giovedì 20 agosto 2009

Ginevra e la " Santa Inquisizione" - racconto di Anima Triste ( Cuccu Anna Maria ).

Ginevra abitava in una casetta solitaria nel bosco, distante dal Borgo circa cinque km. Sua madre e sua nonna erano morte e lei abitava sola, con un gatto e una capretta a tenerle compagnia. In famiglia le donne si tramandavano da secoli l' uso delle erbe e delle pozioni curative e il mestiere di levatrici. Si accorgeva le poche volte che andava al Borgo di essere osservata con sospetto e timore superstiziosi. Erano tempi tetri e bui da quando erano arrivati i tribunali della Santa Inquisizione. Molte donne erano finite sul rogo con assurde accuse di stregoneria. Il pensiero faceva rabbrividire Ginevra mentre osservava le fiamme del cammino che crepitavano. Una notte venne svegliata dal sonno profondo da un impetuoso bussare. Quando aprì la porta si trovò di fronte un giovane signore, bello ed elegante, sicuramente un nobile. Il giovane signore le chiese di seguirlo perchè sua moglie aveva le doglie e stava per partorire. Ginevra prese alcune cose che potevano servirle e lo seguì. Il castello distava circa dieci km e la carrozza li percorse a grande velocità. Il parto si presentava molto difficile con il rischio di morte sia per la madre che per il bambino. Ginevra fece tutto il possibile affinchè si salvassero entrambi. Il bimbo nacque morto ma riuscì a salvare la madre. Sconvolti dal dolore per la perdita del bimbo il signore e sua moglie diedero la colpa dell' accaduto a Ginevra e la denunciarono al Tribunale dell' Inquisizione. La prelevarono in piena notte dalla sua casetta e la condussero, dopo un orrendo viaggio in carrozza, in una stanza tetra e piena di strani e orrendi oggetti. Le fecero delle domande assurde alle quali lei non rispose. La accusarono di essere in combutta con il diavolo, di recarsi ai sabba con altre streghe e infine di avere volontariamente causato la morte del bimbo. Ginevra negò tutte le accuse. La torturarono fino a quando svenne. Tutto questo per quindici giorni. Non aveva niente da confessare e da farsi perdonare e quindi non parlò più. La arsero viva sulla piazza principale del Borgo con tutti gli abitanti che assistettero alla sua tragica morte. La casetta fu confiscata dalla Chiesa e il gatto e la capretta vennero arsi vivi anch' essi come la loro padrona.
Cuccu Anna Maria.
Ho scritto questo racconto dopo aver creato " La levatrice e l' inquisizione. Spesso creo prima la poesia e in seguito ne scaturisce un racconto.

Nessun commento: